Post 11 novembre 2023
“Daghe l’aiga ae corde!”: il marinaio e l’obelisco
Roma, settembre 1586: in tutta piazza San Pietro il silenzio era quasi irreale. Il celebre architetto Domenico Fontana aveva impiegato più di un anno a costruire un’enorme struttura in legno e funi per elevare alla sua posizione finale l’obelisco egiziano che fu trasportato a Roma dall’imperatore Caligola.
All’alba, uomini, cavalli e argani erano finalmente pronti ad attivare la mastodontica macchina. Per ottenere la simultaneità delle operazioni, il silenzio che dicevamo prima era indispensabile, tanto che papa Sisto V, promotore del progetto, per evitare confusione e favorire la propagazione degli ordini, promulgò una legge che prevedeva la pena capitale a chi avesse solo detto una parola fuori dal contesto operativo.
L’innalzamento ebbe quindi inizio; quando però il pesante monumento fu a metà strada, le funi iniziarono a scaldarsi pericolosamente, annunciando un’imminente rottura con conseguente distruzione dell’obelisco.
Fu a questo punto, che un padrone marittimo di Sanremo, tale Benedetto Bresca, urlò in dialetto ponentino “Bagnate le funi!”. In effetti, Bresca ben conosceva le cime di canapa, sapeva come si comportavano sotto sforzo con gli argani di bordo e poi era al corrente della loro proprietà di espandersi quando bagnate, proprio come facevano i maestri calafatai per sigillare gli interstizi tra le assi di legno in coperta.
Gli assistenti di Fontana gettarono acqua su quelle corde, permettendo così la ripresa delle operazioni.
Purtroppo, Bresca fu immediatamente circondato dalle guardie pontificie e immobilizzato. Papa Sisto V, dopo il successo ottenuto dalle maestranze, intese che il marinaio sanremese aveva difatti evitato un disastro storico totale e dispose in suo favore una pensione e il permesso di trafficare con i suoi barchi varie merci con Roma. Tra queste v’erano le palme per il periodo pasquale: tale rapporto ha poi continuato fino ad epoca moderna.
Ciò che Benedetto Bresca urlò nel silenzio di San Pietro fu ricordato come un coraggioso monito utilizzato in quelle situazioni dove bisogna far presto per salvarsi da un imminente pericolo.=
(tratto da: “Capitani e Bastimenti di Liguria del XIX secolo/Ponente” di Gio Bono Ferrari)
Post 5 settembre 2023
Gattilusio, pirata genovese e Signore di Mitilene (1326-1384).
A differenza della maggior parte dei principi latini dei territori appartenenti all’Impero bizantino, Gattilusio giungeva a Lesbo non come un conquistatore straniero, ma come il legittimo titolare di un appannaggio territoriale conferitogli dall’imperatore regnante, una differenza – soprattutto per quanto attiene ai rapporti con i suoi sudditi greci – che ebbe una notevole importanza nella successiva affermazione ed espansione del potere della dinastia da lui fondata. Ad accattivare le simpatie dei sudditi contribuirono notevolmente la tolleranza e il rispetto dimostrati dal nuovo signore – che pure rimase sempre dichiaratamente cattolico – nei confronti della Chiesa ortodossa e delle sue gerarchie locali, alle quali egli si limitò ad affiancare, senza intaccarne i diritti, un arcivescovo cattolico, che si trovò ad amministrare una comunità del resto abbastanza poco numerosa riunita intorno alla chiesa di S. Giovanni Battista, fondata dallo stesso Gattilusio nel castrum della capitale Mitilene.
Fonte: corsaridelmediterraneo.it
Post 26 dicembre 2019
Una splendida passeggiata da San Rocco di Camogli porta alla millenaria Abbazia di San Nicoló di Capodimonte sulla via per #PuntaChiappa, perla del Tigullio.
L'incontro con @CiroScognamiglio, curatore del luogo di culto, permette di scoprirne la storia e gli aneddoti collegati.
Ciro organizza concerti ed eventi per mantenere la Chiesa e far conoscere le tradizione. Dopo aver viaggiato in lungo e largo per il mondo, oggi Ciro regala ai turisti pillole di cultura su quell'incredibile posto e sulle relative vicissitudini, con la sua verve partenopea!
Info sul ➡️gruppo Fb @AmicidiSanNicolódiCapodimonte
Clicca sull'immagine per visualizzare il video
Post 19 maggio 2019
Il Capitano camogliese G.F. Repetto fu il primo a portare la bandiera italiana alle Hawaii.
Nel 1871 al comando del "Grimaldo", piccolo Brigantino, riceve in Irlanda la proposta per un nolo per le isole Hawaii, mai toccate da veliero italiano e delle quali non si disponeva di carte sicure. Parte e, via Capo Horn, raggiunge dopo 160 giorni di mare senza sosta la baia di Honolulu. Quando a Camogli arrivò il telegramma di quel sensazionale approdo fu celebrato in maniera trionfale. Cap. Repetto fu ricevuto in pompa magna dal Re delle isole, Kamekameda e onorato per diversi giorni.
(Fonte: Società e macchinisti navali - Camogli)
Post 16 marzo 2019
Targa di porta Soprana, pilastro meridionale.
"In nome dell'Onnipotente Dio Padre del Figlio e dello Spirito Santo. Amen
Ben presidiata d'uomini e munita di una mirabile cinta di mura,
tengo col mio valore lontani gli ostili colpi. Se vieni apportatore di pace potrai passare da queste porte se guerra minacci, triste e vinto dovrai ritirarti...".
Le mura di Porta Soprana furono costruite con la partecipazione di donne e bambini per difendersi da Federico Barbarossa.
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