Parolle Zeneixi

In lingua genovese la persiana è chiamata tradizionalmente giöxîa, ovvero gelosia, termine passato anche alla lingua italiana utilizzato in alcune regioni per indicare la sola antina ad apertura verticale specificamente caratteristica delle persiane alla genovese. L'etimologia del termine, secondo il vocabolario Treccani, avrebbe origine dalla possibilità che questa tipologia di persiane avrebbe garantito alle donne "di stare alle finestre togliendole però alla vista degli estranei".



50 sfumature di Oh Belin!
Dalla pagina: Agriturismo oh belin!



E' autunno ed è tempo di funghi e castagne !
Chi di voi in questi giorni dopo una bella passeggiata nel bosco ha preparato un pò di "Baletti"?
I Baletti sono le castagne fresche, lessate con la buccia in acqua e sale. Baletta (pallina), è anche il soprannome affettuoso che in Liguria si dà ai bimbi piccoli.
O preferite le Rustìe ???



Anghaezo ( si legge anghèso/anghèsu ) è una parola genovesissima !
Viene usata generalmente per descrivere una persona buona, un po’ imbranata e simpatica che fa sorridere per i suoi paciughi. Se riferito alle cose, l'anghesu e' un oggetto di limitata utilita' che viene usato in poche occasioni, viene usato anche per indicare attrezzi di cui non si conosce il nome come quello per levare i filtri nei miscelatori, quello per svitare le casse di alcuni orologi e via dicendo...



La Maccaja o Macaia è una caratteristica tutta genovese:dei cieli, ma anche degli animi...
Il termine, di probabile derivazione araba, indica la particolare condizione meteorologica che si verifica presso l’area genovese, quando il cielo è coperto, il tasso di umidità elevato e spira il vento caldo di scirocco. E' una sorta di mare di nuvole che ricopre intere zone creando atmosfere surreali.
Questo fenomeno si verifica quando l’aria umida passa per avvezione sopra il terreno freddo e viene così raffreddata.
La forma è più frequente sul mare quando l’aria tropicale incontra ad alte latitudini l’acqua più fredda.
Uno stato talmente caratteristico da esssersi meritato un posto in molte canzoni: Paolo Conte “Genova per noi” canta “macaia, scimmia di luce e di follia, foschia, pesci, Africa, sonno, nausea, fantasia.”, Cristiano De André in Notti di Genova “Genova apriva le sue labbra scure/ al soffio caldo della macaia”, e ancora Max Manfredi nella canzone Tra virtù e degrado recita: “...ansia o macaia nella zona buia di un angiporto...”







Le ciapelette in genovese sono le caramelle!
Ma anche antiche acconciature formate da ciocchette di capelli inanellate a mano e rinvoltate in un pezzetto di carta, le quali poi si stringevano fra le schiacce. Oggi non si usano più...







"Axillo" è una parola genovesissima, difficilmente traducibile in italiano. indica uno stato di eccitazione, di agitazione gioiosa. Deriva dal latino classico *ASILLUS che è una variante del classico ASILUS che vuol dire "tafano". In pratica, per il genovese si è passati da un'accezione negativa a una positiva, trasformando lo stato di irrequietudine febbricitante provocata dalla puntura del tafano in una allegria un po' eccessiva ma tutto sommato gradevole per chi ne è coinvolto.



 

 

 

 

 

La parola di oggi è "BEZÛGO" la usate spesso?
In liguria sono chiamati Bezughi gli occhialoni, alcuni pesci della famiglia dei Pagari, la caratteristica di questi pesci è quella di abboccare con grande facilità, per questo Bezugo si usa dire alle persone un po' sciocche.



 

 

 

 

La genovesissima parola della settimana è “maniman" quanti di voi la usano? per alcuni è davvero un intercalare quotidiano! Il significato iniziale della parola era "mano a mano" ( gradualmente ); la parola è stata poi ripresa nella forma più popolare per indicare “va a finire che“ e a volte viene inserita nelle frasi in forma ironica. «Maniman ti stanchi!», ad esempio, è la classica esclamazione rivolta a una persona che non ha voglia di lavorare.“

 



 

 

 

 

La parola della settimana, che ci fa anche un po' sorridere è :
Ràtto penûgo: Il corrispondente genovese di pipistrello (pronuncia rattu pe”ny:gu). la parola è composta dall’unione di ràtto (topo) e penûgo (pennuto)- topo volante - topo con le ali. 
Pipistrelli al mondo ce ne sono tanti! ma Ràtti Penùghi sulu a Zena!